Dr. Marco Bo - Operatore Olistico della Nutrizione
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Che il cibo che mangiamo potesse influire sulla salute del cuore era già stato scoperto sin dall’antichità, da Ippocrate alla Medicina Tradizionale Cinese sono numerose le conoscenze antiche a riguardo.
La ricerca scientifica però sta negli ultimi anni confermando quanto l’antica saggezza dichiarava già da alcuni millenni.
I cibi vegetali si stanno dimostrando molto protettivi nei confronti delle patologie cardiache mentre la carne, e le proteine animali in generale si stanno dimostrando sempre più problematiche.
Qui sotto trovate un sunto delle numerose ricerche scientifiche che in questi anni sono state pubblicate.
BUONA LETTURA!
Le diete a base vegetale riducono il rischio di insufficienza cardiaca
Secondo i dati presentati alle Scientific Sessions dell'American Heart Association ad Anaheim, in California, le diete a base vegetale riducono il rischio di sviluppare insufficienza cardiaca.
I ricercatori hanno confrontato cinque diete diverse tra 15.569 partecipanti senza precedenti patologie cardiache o insufficienza cardiaca dallo studio Reasons for Geographic and Racial Differences in Stroke (REGARDS) e hanno monitorato i tassi di incidenza dello scompenso cardiaco.
Coloro che seguivano una dieta a base vegetale che includeva verdure scure, a foglia verde, fagioli e cereali integrali ed escludevano le carni lavorate riducevano il rischio di insufficienza cardiaca del 42%.
Altre diete analizzate includevano carne rossa, grassi saturi, uova e bevande zuccherate.
Lara K, Levitan EB, Gutierrez OM, et al. Plant based diet associated with less heart failure risk. Poster presented at: American Heart Association’s Scientific Sessions 2017; November 11-15, 2017; Anaheim, CA.
La dieta vegetariana riduce il rischio di attacco di cuore
10.3.2015
Favorire frutta e verdura nel proprio modo di mangiare, rispetto ai prodotti di origine animale riduce il rischio di morire di un attacco di cuore, secondo un abstract presentato a un convegno dell'American Heart Association questo mese.
I ricercatori hanno valutato le diete di 450.000 adulti europei come parte della Studio prospettico europeo sul cancro e nutrizione (EPIC) e hanno seguito il loro stato di salute per circa 12 anni.
Coloro le cui diete erano più ricche di alimenti vegetali hanno sperimentato un rischio del 20 per cento più basso di morire di un attacco di cuore, rispetto a quelli la cui dieta consisteva principalmente di carne, pesce, latticini, uova .
I ricercatori suggeriscono che il passaggio a un modello alimentare di origine vegetale è in grado di migliorare le possibilità di sopravvivenza e di dare vantaggi per la salute in generale.
Lassale C, Beulens J, Van Y, et al. A pro-vegetarian food pattern and cardiovascular mortality in the Epic study. Report presented at: The Epidemiology and Prevention and Lifestyle and Cardiometabolic Health 2015; March 4, 2015: Baltimore, MD.
I cereali integrali proteggono contro le malattie cardiache
2.3.2015
Secondo una meta-analisi pubblicata sull'American Journal of Cardiology l'aggiunta di più cereali integrali nella vostra dieta può proteggere contro le malattie cardiache. I ricercatori hanno sommato e riassunto i risultati di 18 studi che hanno incluso 400.492 partecipanti totali, di cui 14.427 gli era stato diagnosticata una malattie coronarica. Coloro che hanno consumato più cereali integrali hanno sperimentato un minor rischio di malattie cardiache rispetto a coloro che ne consumano meno. Lo studio si aggiunge a precedenti ricerche, che mostrano come i cereali ricchi di fibre offrano molti benefici per la salute.
Tang G, Wang D, Long J, Yang F, Si L. Meta-analysis of the association between whole grain intake and coronary heart disease risk. Am J Cardiol. 2015;115:625-629.
Wu H, Flint AJ, Qi Q, et al. Association between dietary whole grain intake and risk of mortality: two large prospective studies in us men and women.JAMA Intern Med. Published online January 5, 2015.
Li S, Flint A, Pai JK, et al. Low carbohydrate diet from plant or animal sources and mortality among myocardial infarction survivors. J Am Heart Assoc. 2014;3:e001169.
I legumi riducono il rischio di malattie cardiache
Secondo una recensione pubblicata in Public Health Nutrition i legumi aiutano a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
I ricercatori hanno analizzato 14 studi che hanno compreso più di 367.000 partecipanti, riguardanti il consumo di legumi ed il rischio di malattie.
Coloro che hanno consumato la quantità maggiore di legumi hanno diminuito il loro rischio di malattie cardiache del 10 per cento rispetto a quelli che ne hanno consumato meno.
I legumi aiutano a ridurre i fattori di rischio delle malattie cardiache, tra cui l'abbassamento del colesterolo, la sensibilità all'insulina, e sono ricchi di fibre.
Marventano S, Pulido MI, Sánchez-González C, et al. Legume consumption and CVD risk: a systematic review and meta-analysis. Public Health Nutr. Published online August 31, 2016.
I semi oleosi riducono il rischio di morte per malattie cardiache
Aumentare il consumo di semi oleosi riduce il rischio di morte per malattie cardiache, cancro e altre malattie, secondo una meta-analisi pubblicata su BMC Medicine.
I ricercatori hanno valutato 29 studi che ha monitorato il consumo di noci ed i tassi di incidenza delle malattie cardiache.
Le persone con assunzioni più elevate di frutta secca hanno diminuito i rischi di malattie cardiache di ben il 24 per cento rispetto a quelli con più bassi introiti. L’aumento del consumo di noci ha prodotto anche rischi ridotti per alcune forme di cancro e il rischio di morte per diabete e altre condizioni. Questi risultati suggeriscono che un aumento del consumo della frutta secca oleosa può alleviare l'aumento dei tassi di malattia cronica.
Aune D, Keum N, Giovannucci E, et al. Nut consumption and risk of cardiovascular disease, total cancer, all-cause and cause-specific mortality: a systematic review and dose-response meta-analysis of prospective studies.BMC Med. 2016;14:207-221.
Le proteine vegetali riducono le malattie cardiovascolari.
Articolo di Francesca Morelli - Fondazione Veronesi
Una dieta ricca di proteine vegetali riduce il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari o di altra causa. Esiti non associabili, invece, a una alimentazione che predilige cibi e proteine di origine animale. Sono questi i risultati di un ampio studio americano condotto dall'Harvard Medical School di Boston e pubblicato sulle pagine di Jama Internal Medicine.
Due vaste ricerche statunitensi - il Nurses' Health Study (NHS) e l'Health Professionals Follow-up Study (Hpfs) - comprendenti quasi 132mila persone, per il 65% donne e di età media 49 anni, hanno costituito la base di un nuovo studio, sempre americano, che nell'arco di 32 anni ha monitorato con dei questionari periodici mirati le abitudini alimentari e alcuni fattori di rischio - alcol, fumo, sedentarietà e peso - di tutti i partecipanti.
Con un solo obiettivo: arrivare a comprendere come e in quale misura una dieta a base di proteine animali o di proteine vegetali, calorie e stile di vita possono influenzare la mortalità per varie cause. Il lungo periodo di osservazione lascerebbe pochi dubbi: ogni incremento del dieci per cento di proteine animali sulle calorie totali si associa a un rischio di mortalità per tutte le cause maggiorato del 2% e superiore dell'8% per malattie cardiovascolari.
Ben diversi invece gli esiti raggiungibili con alimenti proteici vegetali: «Fra i partecipanti che consumavano una dieta a base di proteine vegetali - ha fatto sapere Mingyang Song dell'Harvard Medical School e del Massachussets General Hospital - abbiamo registrato una riduzione del 10% sulla mortalità per tutte le cause e del 12% sul rischio cardiovascolare. Con un vantaggio sensibilmente più evidente fra i fumatori, i bevitori di almeno 14 grammi di alcol al giorno, i sovrappeso o obesi, i fisicamente inattivi e coloro che avevano età inferiore ai 65 anni o superiore agli 80 anni».
LE CONCLUSIONI DELLO STUDIO –
Sarebbe dunque positiva l'efficacia di una dieta proteica vegetale sia sulla salute (vedasi le evidenze riguardanti il tumore del colon) sia sulla longevità dei suoi consumatori. Con benefici evidenti già sostituendo il tre per cento di calorie di derivazione proteica animale, con quelle vegetali: «In particolare sostituendo le carni rosse lavorate si avrebbe una riduzione del 34 per cento del rischio di mortalità, del 12 per cento rinunciando all'apporto da carni rosse non lavorate e del 19 per cento sostituendo le uova». La spiegazione di questi vantaggi (o di svantaggi se si parla di cibi proteici di derivazione animale) sulla mortalità, secondo gli autori della ricerca, dipende dunque dalla fonte di provenienza delle proteine la quale influenza anche le altre componenti della dieta e la salute stessa. «Le raccomandazioni della sanità pubblica - aggiunge Song - dovrebbero quindi concentrarsi sul miglioramento delle fonti di proteine».Gli alimenti più ricchi di proteine
QUALI SONO I CIBI FONTE DI PROTEINE VEGETALI? –
Il maggiore apporto deriva dai legumi, come fagioli di tutte le qualità (borlotti, cannellini, bianchi di Spagna, neri messicani, rossi) lenticchie grandi e piccole, ma anche ceci, piselli, lupini e fave cui si aggiungono tutti i prodotti a base di soia - dal latte e yogurt di soia, al tofu, al tempeh (un alimento fermentato ricavato dai semi di soia gialla), fino alle proteine vegetali ristrutturate - o anche cibi contenenti seitan, una sostanza derivata dal frumento di grano utilizzata soprattutto per la preparazione di burger e polpette vegetali, affettati vegetali e ogni altro alimento per fare ricca la tavola.
FONTE http://www.huffingtonpost.it/2016/11/28/proteine-vegetali-benefici_n_13278664.html?ncid=fcbklnkithpmg00000001
Il consumo di carne può condurre ad insufficienza cardiaca
31.10.2014
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of American College of Cardiology , un composto prodotto nell'intestino, quando il corpo digerisce la carne, può portare ad insufficienza cardiaca,. Per cinque anni, i ricercatori hanno seguito 720 pazienti che erano stati precedentemente trattati per insufficienza cardiaca. Quelli con i più alti livelli di trimetilammina N-ossido (TMAO) nel sangue avevano un rischio aumento di 3,4 volte di morire, rispetto a quelli con i livelli più bassi. Il corpo produce questa sostanza chimica quando digerisce alcuni alimenti, tra cui frattaglie, carne rossa e uova. La presenza di TMAO nel sangue può anche indicare altre condizioni come l'ictus. Questi risultati permetteranno ai medici di formulare raccomandazioni dietetiche sia per prevenire che curare le malattie cardiache.
Tang WH, Wang Z, Fan Y, et al. Prognostic value of elevated levels of intestinal microbe-generated metabolite trimethylamine-n-oxide in patients with heart failure: refining the gut hypothesis. J Am Coll Cardiol. 2014;64:1908-1914.
Gli stessi ricercatori hanno pubblicato i risultati relativi a TMAO e le malattie cardiovascolari l'anno scorso.
Qui sotto riportiamo l’articolo.
Componente dei prodotti animali aumenta il rischio di malattie cardiache
26 Aprile 2013
Nella dieta un sottoprodotto della colina, un componente abbondantemente presente nei prodotti di origine animale, può portare ad un maggiore rischio di infarto, ictus e morte, secondo un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. I ricercatori hanno seguito 4.007 partecipanti e hanno scoperto che coloro che avevano i più alti livelli di questo sottoprodotto avevano 2,5 volte più probabilità di soffrire di un evento cardiovascolare avverso, rispetto a coloro che avevano i livelli più bassi. Gli autori sottolineano che una dieta vegetariana o una dieta ricca di fibre può ridurre l'assunzione di colina e modulare il rischio di malattie cardiache.
Tang WHW, Wang Z, Levison BS, et al. Intestinal microbial metabolism of phosphatidylcholine and cardiovascular risk. N Engl J Med. 2013;368:1575-1584.
Un altro recente studio ha mostrato un meccanismo simile per i prodotti della carne ricchi di carnitina in relazione alle malattie cardiache.
I ricercatori scoprono un nuovo modo con cui la carne provoca malattie cardiovascolari
9 Aprile 2013
Le persone che mangiano carne producono più sottoprodotti intestinali che ostruiscono le arterie rispetto alle persone che seguono diete vegane e vegetariane, secondo un nuovo studio della Cleveland Clinic. I ricercatori hanno seguito 2.595 pazienti di cuore e classificati come onnivori, vegani o vegetariani e hanno scoperto che coloro che consumano più carnitina, presente nei prodotti di origine animale, aumentato il loro rischio di malattie cardiache, producendo più metaboliti che ostruiscono le arterie. Lo studio presta attenzione anche ad altri componenti dei prodotti a base di carne, oltre a grassi saturi e colesterolo, che possono elevare il rischio di malattie cardiache.
Koeth RA, Wang Z, Levison BS, et al. Intestinal microbiota metabolism of L-carnitine, a nutrient in red meat, promotes atherosclerosis. Nat Med. Published online April 7, 2013.
Il consumo di uova aumenta il rischio di malattie cardiache
6.7.2015
Secondo uno studio pubblicato su Atherosclerosis , il consumo di uova può aumentare il rischio di malattie cardiache.
I ricercatori hanno monitorato le diete di 23.417 sudcoreani partecipanti all'Health Study Kangbuk Samsung e hanno scoperto che il rischio di malattie cardiache aumenta gradualmente con una maggiore assunzione di uova.
Quelli che avevano mangiato più uova avevano un rischio di malattie cardiache più elevato dell’80%, rispetto a coloro che ne mangiavano meno.
Il consumo di uova sembra anche aumentare il rischio di obesità, diabete e ipertensione.
Choi Y, Chang , Lee JE, et al. Egg consumption and coronary artery calcification in asymptomatic men and women. Atherosclerosis. 2015;241:305-312.
Le diete lowcarb ( iperproteiche) possono aumentare il rischio di morte nei pazienti che hanno già avuto attacchi di cuore
Ottobre 2014
Secondo un nuovo studio pubblicato dalla American Heart Association, una dieta a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di prodotti di origine animale è associato ad un aumentato rischio di morte. I ricercatori hanno analizzato le diete di 4.098 uomini e donne che in precedenza aveva avuto attacchi di cuore ed è risultato che coloro i quali avevano seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati, ma ricca di grassi e proteine di origine animale avevano il 33 per cento in più di probabilità di morire per qualsiasi causa e il 51 per cento in più di probabilità di morire di malattie cardiache, rispetto a coloro le cui abitudini alimentari consistevano di un maggior consumo di carboidrati e minore di cibi di origine animale.
Li S, Flint A, Pai JK, et al. Low carbohydrate diet from plant or animal sources and mortality among myocardial infarction survivors. J Am Heart Assoc. 2014;3:e001169.
Togliere la carne aumenta la probabilità di sopravvivenza nelle vittime di attacchi di cuore
5 settembre 2013
Secondo uno studio di questa settimana pubblicato online su JAMA Internal Medicine, le persone che hanno migliorato di più le loro abitudini alimentari dopo un attacco di cuore hanno avuto una migliore possibilità di sopravvivenza. I ricercatori hanno valutato la dieta di 4.098 donne e uomini provenienti da entrambe gli studi Health Study e Nurses 'Health Professionals Follow-up Study usando l’Alternative Healthy Eating Index 2010 , uno strumento sviluppato per determinare il rischio di malattia cronica basato sulla dieta, prima e dopo un attacco di cuore . I risultati hanno mostrato che, dopo nove anni di follow-up, una dieta bassa in prodotti a base di carne rossa e trasformati e zucchero e più alta in cereali integrali, frutta e verdura, ha ridotto il rischio di morte per malattie cardiache del 40 per cento, rispetto a coloro che non hanno fatto cambiamenti alimentari.
Li S, Chiuve SE, Flint A, et al. Better diet quality and decreased mortality among myocardial infarction survivors. JAMA Intern Med. Published online September 2, 2013.
Un’alta assunzione di proteine aumenta il rischio di insufficienza cardiaca nelle donne
13.11.2016
Secondo i dati presentati questa settimana al meeting annuale dell'American Heart Association, Eun consumo elevato di proteine aumenta il rischio di insufficienza cardiaca nelle donne.
I ricercatori hanno monitorato e confrontato diversi tipi di assunzione di proteine per 103,878 donne partecipanti al Women's Health Initiative .
Coloro che hanno consumato una maggior quantità di proteine hanno aumentato il rischio di insufficienza cardiaca, rispetto a coloro che ne hanno consumato meno. Inoltre, un aumento di proteine vegetali abbassa il rischio di insufficienza cardiaca, suggerendo che siano le proteine animali ad aumentare il rischio.
Barbour MF, Ashraf F, Roberts MB, et al. Association of dietary protein, animal and vegetable protein with the incidence of heart failure among postmenopausal women. Abstract presented at: American Heart Association, annual meeting; November 13-15, 2016; New Orleans, LA.