Con la stagione fredda le malattie da raffreddamento si ripresentano regolarmente, ogni anno, puntuali. Influenze, febbre, mal di gola, tosse e catarro, nasi che colano, dolori alle ossa, sono solo alcuni dei disagi che spesso si ripresentano nei mesi invernali, dandoci a volte la sensazione di non riuscire ad evitarli, di non avere il controllo della nostra salute e che la questione di chi si ammala e chi no sia una questione legata al caso, alla sfortuna.
Vi siete mai chiesti come mai in famiglia, a scuola, in ufficio, qualcuno si ammala e qualcuno no? Stiamo assistendo ad una roulette russa affidata al caso? Eppure virus e batteri sono ugualmente presenti in questi locali.
Se consideriamo i virus ed i batteri la causa dei problemi da raffreddamento sembrerebbe che non siamo in grado di rispondere a queste domande. Ma il vero problema sta nel fatto che la vera causa di questi disagi sta nelle condizioni ambientali interne a ciascuno di noi che permettono o meno la proliferazione dei microorganismi patogeni. Lo stesso Louis Pasteur, padre della moderna microbiologia, durante la sua vita comprese che l’ambiente in cui possono proliferare i microrganismi è più importante della presenza degli stessi batteri.
Nella vita di tutti giorni ciascuno di noi è costantemente immerso in una miriade di batteri, virus e microorganismi che assorbiamo facilmente attraverso aria e cibo, che non sono sterili; questi organismi però se non trovano all’interno di noi un ambiente adatto a proliferare saranno distrutti dal nostro sistema immunitario. Quando invece il microorganismo trova un terreno fertile in cui proliferare può superare le difese immunitarie e causare molti e diversificati disagi.
Possiamo quindi modificare il nostro ambiente interno per evitare o almeno ridurre i rischi di soffrire di queste problematiche di salute? E se la risposta è si, come possiamo farlo? In questo ambito ecco che il cibo di cui ci nutriamo gioca un ruolo fondamentale, in quanto ogni alimento che mangiamo ha un effetto diverso nell’organismo.
I LATTICINI
Per l’influenza gli alimenti più problematici sono innanzitutto i latticini, che tendono a creare umidità e stagnazione, e sono quindi sconsigliati in questo periodo dell’anno in cui l’ambiente esterno è già molto umido. I grassi di cui sono ricchi sono quelli saturi, grassi che restano più solidi ed appiccicosi nel nostro organismo, un po’ come il formaggio fuso. Questa condizione di stagnazione si manifesta di più sul sistema linfatico rendendo la linfa densa ed appiccicosa e riducendo così il suo movimento attraverso i vasi linfatici e indebolendo cosi l’efficacia del sistema immunitario.
GLI ZUCCHERI
A complicare la situazione ci pensano i cibi molto dolci, a cominciare dai dolcificanti come lo zucchero (anche di canna ed integrale), il fruttosio, il miele e continuando con frutta molto dolce come fichi secchi, datteri, uvetta, ed anche agrumi: diverse ricerche scientifiche (1,2) hanno già mostrato come un maggior consumo di zucchero riduca sempre più la capacità dei globuli bianchi di distruggere i virus. Gli zuccheri inoltre, trovando un ambiente appiccicoso nell’intestino, possono agire come benzina sul fuoco, stimolando una condizione di infiammazione proprio in questo organo fondamentale nelle nostre difese immunitarie. Gli zuccheri riducono le difese immunitarie e alterano la permeabilità intestinale aumentando l’assorbimento di sostanze, come i virus, che non dovrebbero invece entrare nel flusso sanguigno, esponendoci così più facilmente agli effetti negativi di questi microorganismi. L’abbinamento di latticini e zuccheri che si trova, come potete intuire, nei dolci e dessert crea quindi ancora più facilmente un ambiente interno favorevole alla proliferazione dei virus.
COSA POSSIAMO FARE?
Per ridurre il rischio di contrarre l’influenza è quindi utile sostituire i classici dessert (biscotti, croissant e brioches, torte, ecc.) con dolci a base di frutta cotta, per toglierci la voglia di dolce, e semi oleosi, che vanno a sostituire i grassi saturi. Il consumo quotidiano di cereali integrali e legumi va a ripulire, grazie alle loro fibre, l’intestino dai grassi appiccicosi, ristabilendo le sue funzionalità. Le verdure, in particolare in versione zuppe, riducono grazie alla loro ricchezza di Sali minerali, l’acidità dell’organismo (causata dai grassi e zuccheri) condizione anch’essa molto utile per la proliferazione dei virus.
E SE ABBIAMO Già L’INFLUENZA?
Oltre alle indicazioni sopra elencate è consigliato utilizzare un rimedio a base di carote e daikon ( o rapa o ravanello) che stimola la diuresi, aiuta la sudorazione, scioglie i grassi a livello intestinale, e alcalinizza, in modo da modificare il più velocemente possibile il nostro ambiente interno. E’ utile anche in caso di febbre, in quanto stimolando la sudorazione riduce la temperatura corporea. Vi ricordando infine che il rimedio migliore per l’influenza è il riposo; lasciate quindi andare gli impegni della nostra frenetica vita e riprendetevi un po’ di tempo per la vostra salute. Vi lascio quindi con la ricetta del decotto, augurandovi una pronta guarigione!
[1] Sanchez, A., et al. Role of Sugars in Human Neutrophilic Phagocytosis, American Journal of Clinical Nutrition. Nov 1973; 261:1180_1184. Bernstein, J., al. Depression of Lymphocyte Transformation Following Oral Glucose Ingestion. American Journal of Clinical Nutrition.1997; 30:613 [2] Ringsdorf, W., Cheraskin, E. and Ramsay R. Sucrose, Neutrophilic Phagocytosis and Resistance to Disease, Dental Survey. 1976;52(12):46_48
DECOTTO di CAROTE e DAIKON
1/4 tazza di Daikon grattugiato (o rape o ravanello) 1/4 tazza di carote grattugiate 1 tazza di acqua 1/2 cucchiaino di prugna o purea d’umeboshi Qualche goccia di shoyu o tamari
In un pentolino unire all’acqua le carote, il daikon e l’umeboshi; portare a bollore e sobbollire per 3 minuti quindi salare leggermente con poco shoyu a piacere. Per qualche giorno bere a stomaco vuoto il liquido caldo e mangiare il resto masticando bene.